Rottamazione delle cartelle: 10 anni per pagare come un mutuo. Ecco cosa cambia davvero
Hai presente quella sensazione di panico quando trovi nella cassetta delle lettere una busta verde dell’Agenzia delle Entrate? Per circa 10 milioni di italiani quella sensazione potrebbe presto trasformarsi in un sospiro di sollievo. È in arrivo una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali che rivoluziona completamente il sistema di pagamento dei debiti fiscali: potrai pagarli in 10 anni, proprio come se fosse un mutuo casa.
Il vicepremier Matteo Salvini ha recentemente lanciato questa proposta, confermando che il governo sta lavorando a un provvedimento che permetterà di dilazionare i pagamenti su un periodo decisamente più lungo del solito. Una vera e propria boccata d’ossigeno per milioni di contribuenti italiani che si trovano nell’incubo delle cartelle esattoriali e del magazzino fiscale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
La rivoluzione del pagamento decennale: cosa prevede la nuova rottamazione
Le precedenti edizioni della rottamazione (siamo già alla quater!) permettevano di eliminare sanzioni e interessi, ma i tempi di pagamento erano relativamente stretti – in genere entro 5 anni al massimo. Questa volta il governo ha deciso di giocare una carta completamente diversa: trasformare il debito fiscale in una sorta di prestito a lunghissimo termine.
Secondo quanto dichiarato da Salvini, anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sarebbe coinvolto nel progetto, il che fa pensare che non si tratti di un semplice annuncio elettorale, ma di un piano concreto in via di definizione per risanare il rapporto tra contribuenti e fisco italiano.
I 10 milioni di italiani coinvolti e l’enorme magazzino fiscale
Parliamo di cifre impressionanti: circa 10 milioni di italiani potrebbero beneficiare di questa misura. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, il magazzino dei crediti non riscossi è arrivato a sfiorare i 1.200 miliardi di euro. Una cifra monstre che include cartelle risalenti anche a 20-25 anni fa.
Ma attenzione: come ha precisato l’Agenzia delle Entrate, una parte consistente di questi crediti (circa il 40%) è di fatto inesigibile, perché appartiene a contribuenti deceduti, aziende fallite o soggetti nullatenenti. Quindi la nuova rottamazione andrebbe ad agire su una fetta più ridotta ma comunque significativa di questa montagna di debiti fiscali accumulati negli anni.
Come funzionerà il pagamento “stile mutuo” delle cartelle esattoriali
La novità più significativa di questa proposta è proprio la possibilità di pagare in 10 anni. Con un esempio pratico: se hai un debito fiscale di 20.000 euro, anziché doverlo estinguere in 18 o 24 rate (come nelle precedenti rottamazioni), potresti teoricamente pagarlo in 120 rate mensili. Facendo un calcolo approssimativo, significherebbe passare da rate di circa 1.000 euro a rate di circa 166 euro al mese. Una differenza che per molte famiglie e piccole imprese rappresenta il confine tra l’impossibile e il fattibile.
Il confronto con le precedenti rottamazioni fiscali
Per capire l’entità della rivoluzione, è utile un rapido confronto con le precedenti edizioni. La Rottamazione-ter del 2018 prevedeva pagamenti in 18 rate semestrali nell’arco di 5 anni, con cancellazione di sanzioni e interessi di mora. La successiva Rottamazione-quater del 2022 estese i termini fino a 18 rate per i debiti accumulati dal 2000 al 30 giugno 2022. La nuova proposta rappresenta un salto quantico: 120 rate mensili su un decennio, trasformando completamente l’approccio alla riscossione dei debiti fiscali.
Le ragioni strategiche dietro la maxi-dilazione fiscale
Perché lo Stato dovrebbe concedere termini così generosi ai contribuenti in debito? Le ragioni sono molteplici e strategiche. Secondo Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, il primo motivo è puramente pragmatico: meglio incassare poco ma sicuro piuttosto che non incassare nulla. Dei 1.200 miliardi di crediti fiscali iscritti a ruolo, solo 101,7 miliardi (l’8%) risultano effettivamente recuperabili secondo i dati ufficiali.
Il secondo motivo è legato alla situazione economica attuale. La Lega sostiene che la misura darebbe “respiro a milioni di italiani in difficoltà”, consentendo allo Stato di recuperare crediti altrimenti irrecuperabili. Secondo l’Agenzia delle Entrate, il 77% dei contribuenti destinatari di cartelle ha avuto iscrizioni a ruolo nei 3 anni precedenti, dimostrando un problema strutturale di solvibilità nel sistema tributario italiano.
Opportunità e rischi della dilazione decennale
Come ogni misura fiscale, anche questa rottamazione ha luci e ombre. Da un lato, offre un’opportunità concreta a chi vuole mettersi in regola ma non ha la liquidità necessaria per farlo in tempi brevi. Dall’altro, come evidenziato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio in precedenti analisi, le ripetute misure di rottamazione rischiano di premiare i debitori recidivi, minando la credibilità del sistema tributario e l’adempimento spontaneo dei contribuenti.
La valutazione del Ministero dell’Economia richiede cautela. Sebbene Salvini abbia parlato di un “piano pronto”, è necessario trovare coperture per almeno 5 miliardi di euro, rendendo complessa l’implementazione immediata della misura nel contesto della prossima legge di bilancio.
Il processo di adesione alla rottamazione decennale
Anche se i dettagli ufficiali non sono ancora stati pubblicati, possiamo ipotizzare come funzionerà la procedura sulla base delle precedenti rottamazioni. Il primo passo sarà la presentazione di una domanda di adesione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, seguita dalla ricezione di un piano di ammortamento con l’importo delle rate. Le modalità di pagamento potranno includere domiciliazione bancaria, bollettini precompilati o versamenti presso gli sportelli dell’Agenzia.
Un aspetto cruciale che ancora non è chiaro riguarda quali cartelle potranno essere incluse. Nelle precedenti rottamazioni erano esclusi alcuni tipi di debito come le risorse proprie dell’UE, l’IVA all’importazione, le sanzioni penali e i recuperi di aiuti di Stato. Sarà fondamentale capire se queste esclusioni verranno mantenute anche nella nuova formula.
I numeri chiave del magazzino fiscale italiano
- 1.200 miliardi di euro: valore totale del magazzino fiscale
- 163 milioni: cartelle e avvisi di accertamento pendenti
- 22,4 milioni: contribuenti con debiti fiscali
- 18,8 milioni: persone fisiche coinvolte
- Solo l’8% (100,8 miliardi) è considerato realmente esigibile
Come prepararsi alla nuova rottamazione fiscale
Per chi ha cartelle esattoriali pendenti, è consigliabile iniziare con una richiesta di estratto di ruolo all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questo documento fornirà una mappatura completa dei debiti, permettendo di valutare la sostenibilità di un eventuale piano decennale ed evitare sorprese durante la procedura di adesione.
È inoltre importante analizzare la propria capacità di pagamento mensile nel lungo periodo. Se il provvedimento venisse approvato, un debito di 20.000 euro comporterebbe rate di circa 166 euro mensili per 10 anni, rendendo accessibile il piano a molte più famiglie rispetto alle precedenti edizioni, ma richiedendo comunque un impegno costante per un decennio.
Una svolta nel rapporto tra cittadini e fisco
La nuova rottamazione delle cartelle con pagamento in 10 anni rappresenta potenzialmente una delle più significative riforme del sistema di riscossione degli ultimi decenni. Trasformare un debito fiscale in una sorta di mutuo a lungo termine potrebbe essere la chiave per permettere a milioni di italiani di uscire dall’angolo e ricominciare a respirare, ripristinando al contempo un rapporto più sereno con l’amministrazione fiscale.
Come ha dichiarato lo stesso Salvini: “L’obiettivo non è fare cassa a tutti i costi, ma permettere ai cittadini di mettersi in regola senza essere strangolati”. Un proposito che, se attuato con rigore e accompagnato da un piano realistico di coperture finanziarie, potrebbe migliorare sia l’efficienza della riscossione che la relazione tra contribuenti e Fisco, trasformando finalmente l’approccio alla gestione dei debiti fiscali in Italia.
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