Le donne non allattano al seno: ecco perchè
Alla base della scelta una serie di ostacoli culturali da abbattere. Lo dice L’Unione Europea in un documento ufficiale
L’allattamento al seno è il modo naturale di alimentare il neonato. Eppure sempre più donne non allattano al seno, perchè? Secondo quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi assicura una crescita, uno sviluppo ed una salute ottimali. Dopo quest’età, l’allattamento al seno, con l’aggiunta di alimenti complementari appropriati, continua a contribuire alla crescita, allo sviluppo ed alla salute del lattante e del bambino.
Eppure sull’argomento ci sono molti falsi miti e molte cose da non fare……
I bassi indici e la cessazione precoce dell’allattamento al seno hanno importanti conseguenze sanitarie, sociali ed economiche per le donne, i bambini, la comunità e l’ambiente. Comportano maggiori spese per i sistemi sanitari nazionali, e possono contribuire ad aumentare le disuguaglianze in salute.
L’allattamento al seno evita tutti i rischi di contaminazioni del latte, connessi alla manipolazione e utilizzo del biberon e delle tettarelle, all’uso ripetuto dei contenitori del latte, ecc.
Invece, nel caso in cui il bambino è alimentato con latte artificiale, i genitori devono porre la massima attenzione all’igiene di contenitori (sia del latte in polvere, sia di quello in confezione liquida), delle tettarelle, dei biberon, delle ghiere, ecc.
E questo è solo uno dei tanti benefici dell’allattamento al seno.
Sappi, però, che l’inizio non è semplice e spesso può essere traumatico.
La buona notizia, tuttavia, è che poi le cose migliorano e problemi e dolori spariscono.
La mia pediatra mi disse che sarebbero stati necessari diversi giorni o settimane per superare il “rodaggio” sia per me che per il bambino (che deve imparare a succhiare).
E’ importante sapere anche che il latte non arriva prima di due o quattro giorni dopo la nascita. Quindi è importante organizzarsi per tempo per il periodo intermedio di transizione.
LA PRODUZIONE DEL LATTE
Una cosa che ho capito subito è che più il neonato beve il latte più il seno riesce a produrne. L’offerta è, dunque, regolata dalla domanda (la Natura è una cosa geniale!!). Detto questo bisognerebbe mantenere una domanda costante ed evitare sbalzi.
Il bambino ciuccia più o meno sempre la stessa quantità al giorno. Se, per esempio, per un paio di poppate (per esigenze e bisogni nostri) gli diamo il latte artificiale, poi, riprendere le poppate al seno può essere un problema.
E’ bene saperlo.
ALLATTAMENTO AL SENO UN DIRITTO INVIOLABILE
E’ importante sapere che l’allattamento al seno è un diritto per la neo mamma e per il bebè. Le leggi da poco tempo hanno giudicato come un intralcio tutti i messaggi volti ad evitare od ostacolare questa pratica naturale. Certi messaggi pubblicitari sono oggi vietati. Per esempio dire che il latte artificiale è migliore di quello materno, o nutre di più o cose simili.
Eppure molte donne non allattano al seno per tante ragioni che -secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità andrebbero eliminate- con enormi sforzi culturali ed una migliore informazione medica da parte degli stessi operatori.
LE DONNE NON ALLATTANO AL SENO: ECCO PERCHE’
L’Unione Europea ha così individuato una serie di ostacoli più comuni che allontanano le neo mamme dall’allattamento al seno e questi sono:
- un’insufficiente copertura e qualità dell’educazione prenatale sull’alimentazione del lattante e del bambino fino a tre anni;
- politiche e pratiche ospedaliere non ottimali;
- carenza di un follow-up tempestivo e di un sostegno competente;
- cattiva informazione e mancanza di indirizzo ed incoraggiamento da parte degli operatori;
- mancata o scarsa applicazione del Codice Internazionale per la Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno;
- precoce ritorno al lavoro in assenza di facilitazioni e sostegno per l’allattamento al seno nei luoghi di lavoro;
- mancanza di un più ampio sostegno familiare e sociale;
- rappresentazione dell’alimentazione artificiale come norma da parte dei mezzi di comunicazione di massa.
Ormai per molti Stati (chiamati a fare leggi che tutelino mamma e bambino) l’allattamento al seno è riconosciuto come il modo naturale e specifico di alimentare i lattanti ed i bambini.
Molte norme in diversi Paesi, inoltre, riconoscono l’allattamento al seno esclusivo come il modello di riferimento o normativo rispetto al quale tutti i metodi alternativi di alimentazione devono essere misurati in termini di crescita, salute, sviluppo, e qualsiasi altro esito a breve o lungo termine.
Chi sostiene di aver inventato un prodotto migliore del latte materno ha l’onore di provarlo in maniera scientifica.
LE DONNE NON ALLATTANO AL SENO: RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE
La novità maggiore negli orientamenti pediatrici in campo nutrizionale per il primo anno di vita, è proprio quella di una generale semplificazione, tralasciando l’approccio matematico nell’indicazione della dieta infantile e considerando il latte materno come il riferimento nutrizionale centrale e ideale. In sintesi i pediatri hanno riassunto questi 7 punti che ritengono fondamentali:
- Il latte materno può essere adeguato come unico alimento del bambino per i primi 6 mesi di vita.
- In alternativa e in aggiunta si useranno il latte artificiale dei primi mesi e poi il latte di proseguimento, evitando il latte di latteria.
- A partire dal 6° mese di vita compiuto si svezza il bambino,continuando ad allattarlo (al seno o artificialmente).
- L’allattamento al seno in aggiunta ai cibi solidi e semisolidi può proseguire anche nel secondo anno di vita e oltre, a discrezione della mamma.
- Una volta iniziato lo svezzamento, si daranno da subito al bambino alimenti che forniscono ferro, ma senza esagerare nell’introduzione di alimenti ricchi di proteine.
- Non ci devono essere remore nel largheggiare da subito con l’uso di alimenti ricchi di glutine.
- Può essere indicata un’aggiunta di vitamina D nei casi di allattamento esclusivo al seno, qualora il pediatra ravvisi che esistono le condizioni per una scarsa stimolazione della cute a produrre autonomamente la vitamina D.