Punizioni dopo i capricci: ecco le alternative più sane ed efficaci
Pensiamo che non ci siano alternative alle punizioni dopo i capricci e alle minacce per una questione di cultura
Le punizioni dopo i capricci servono veramente? I bambini dai 2 ai 4 anni iniziano a rafforzare il proprio carattere e mentre lo fanno si scatenano e non ascoltano più i genitori.
La prima cosa che imparano è quella maledetta parolina: “No”.
Quante volte il vostro bambino ripete “no, no , no ennnno”?
La risposta è sempre “NO”… qualunque sia la domanda.
All’inizio ero devastata perchè non riuscivo proprio a “incanalarlo” sulla strada giusta e non rispondeva più ai comandi.
Continuavo a domandare in giro come farsi rispettare dai figli e come comportarsi nel modo giusto: ognuno mi dava la sua ricetta.
Sono dell’idea che un essere umano di qualunque età debba essere libero e decidere da sè e questo deve valere anche per mio figlio.
Ma come si fa per tutte quelle cose che bisogna fargli fare per forza?
“Amore mangia la verdura che fa bene”. “NO!”.
“Cucciolo bevi lo sciroppo che ti fa guarire”. “No è bruttissimo”
“Gioia mia metti la sciarpa che fa molto freddo”. “No, mi dà fastidio”
“Che disastro, che delirio questa stanza!,Amore, per favore metti a posto”. “No, mi stanco e mi annoio”
Insomma è chiaro che alcune cose vanno fatte e basta, ma come fare?
LA TECNICA DEL CONTRARIO
All’inizio ho utilizzato la “tecnica del contrario” ma la sua efficacia dura poco: “Metto qui il piatto di pasta con i piselli ma non è per te e mi raccomando non toccarlo”. “Mmmmm “
Dopo un pò il furbastro fiuta il trucco e non ci casca più.
E ritorna il problema: come farsi ascoltare dai figli?
Il secondo step obbligato in cui sono arrivata è la minaccia: alzi la mano chi ha saltato questa fase…
“Se non mangi la verdura poi non giochi”
“Prendi la medicina o non accenderai la Tv per 3 giorni”
“Metti subito in ordine o aspiriamo tutti i giochi con l’aspirapolvere”
LA MINACCIA
E’ una cosa brutta: la minaccia mi provoca profondo fastidio ma non saprei dire perchè.
Normalmente non minaccio nessuno e, allora, mi sono chiesta perchè dovessi minacciare proprio mio figlio, cioè la persona al mondo che adoro di più.
La risposta dopo giorni di spremitura di meningi è stata più o meno questa: prediche, ultimatum, minacce, appellativi offensivi fanno parte del linguaggio comune familiare a cui siamo tutti abituati e siamo venuti tutti su così.
Provengo da una famiglia normalissima e nessuno mi ha mai maltrattata come credo la maggior parte di voi; il fatto è che semplicemente crediamo che tutto questo sia normale (fanno tutti così…) e soprattutto non vi siano alternative.
Non mi dite che non avete mai sentito vostra madre dire frasi tipo:
“Quando viene tuo padre farai i conti con lui..”
“Sei proprio una peste, ti stai comportando proprio male, quando andiamo a casa facciamo i conti”
“Se non la smetti te le suono”
.. Bam… e volavano ceffoni…
Se l’evoluzione esiste, io stessa, come mamma, non posso commettere gli stessi errori dei miei genitori e nonni: sento di avere questo obbligo morale verso il mondo e fare un passettino in avanti.
ALTERNATIVE ALLE PUNIZIONI: DARE MENO ORDINI PERENTORI
La prima regola aurea è:
NO ORDINI, CONSIGLI O INDICAZIONI
Cominciare è difficile ma poi si guadagna in salute (la mia e quella di mio figlio).
Mi sono resa conto che il 90% delle cose sulle quali davo indicazioni, aiuti, consigli (mai richiesti) erano insignificanti. In realtà Leone non ha bisogno del mio consiglio per costruire astronavi con i Lego o per scegliere i suoi vestiti o per arrampicarsi sulla staccionata (non troppo alta e con l’erba che attutisce eventuali urti). Non ha bisogno di sapere cosa deve fare ogni minuto: anche lui ha la sua testa ed è meglio che inizi ad usarla il prima possibile.
Senza fiato sul collo ho notato che è molto più rilassato.
E’ molto meno riluttante, refrattario e ribelle.
Anzi quando si tratta di dover fare una cosa per forza, il più delle volte la fa (“ok, hai camminato da solo sul marciapiede tutto questo tempo ora, però, dobbiamo attraversare e devi darmi la manina…”)
INSIEME E’ PIU’ BELLO: LA COLLABORAZIONE
Una volta stavo impastando la pizza e Leone si è avvicinato e mi ha detto: “pure io voglio impastare”. La mia voce è uscita istintivamente e senza il mio ordine: “No, amore non si può”.
Tempo due secondi e mi sono detta “ma perchè no? Perchè non si può?”
Semplice: era la risposta che ho ricevuto io mille volte: ero piccola e molte cose mi erano precluse… “quando sarai grande potrai fare questo e quello…”
«Vieni Leone ti prendo la sedia e ti metto il grembiule. Mi dai una mano e così la pizza verrà più buona»
I due occhioni si sono illuminati e mi ha mostrato tutti i dentini che ha.
In effetti la pizza è venuta buonissima ed ora impastare è diventato il nostro rito.
Lui ha il compito di stenderne un pezzettino (le prime volte buttavo l’impasto), poi mettere il sugo di pomodoro e la mozzarella. Si sente utile e “grande”, è gratificato perchè fa una cosa concreta e tangibile (va pure pazzo per la pizza) e a me non costa poi molta più fatica.
OGNI AZIONE HA CONSEGUENZE: MOSTRIAMOGLIELE
Quante volte si rovesciano piatti e bicchieri stracolmi di sugo o acqua sulla tavola?
Quante urla partono?
Come siamo messi ad epiteti (“sei un pasticcione”, “hai la testa tra le nuvole”, “un porcellino” “un pessimo idraulico?…” )
Mi sono arrabbiata tante volte, poi, una volta, esausta, ho preso la pezza e gli ho detto: “ora asciuga l’acqua che hai fatto cadere, così la prossima volta ti ricorderai che a tavola non si gioca con le macchinine”.
Pare che gli sia anche piaciuto asciugare l’acqua: si è sentito utile e poi ha detto “ti prometto che la prossima volta starò più attento”.
ESPRIMIAMO I NOSTRI SENTIMENTI
Una cosa che ho imparato a fare con tanta fatica (ma non sono ancora perfetta…) è non focalizzarsi sulle qualità di mio figlio (“sei disordinato”, “sei lento”, “sei incapace”, “non sai lavarti i denti”, “non sai metterti le scarpe”…).
Ho, invece, deciso di focalizzarmi su di quello che provo io come mamma:
“sai, sto tanto male quando vedo la tua camera in disordine: io fatico molto per tenere tutto in ordine ed entrare qui mi rende molto triste”.
“Quando ti chiedo di fare in fretta è perchè non mi piace quando arriviamo tardi agli appuntamenti, perchè le altre persone possono rimanerci male e questo non si fa”.
“Quando non ti lavi i denti mi ferisci perchè vuol dire che non sono riuscita a farti capire che i denti si possono cariare e poi sono dolori seri dal dentista”.
“Se vuoi posso darti una mano quando trovi difficoltà a metterti le scarpe ma non posso mettertele sempre io”.
In questo modo Leone non si sente umiliato, diminuito, offeso o arrabbiato e questo agevola tutto il resto. Ci tiene a me non vuole farmi soffrire o rendermi triste. Non ci saranno nemmeno punizioni dopo i capricci perchè i capricci non ci sono...
PARLARE DELLE NOSTRE ASPETTATIVE
Sembra superfluo ma raccontare a nostro figlio che cosa ci aspettiamo che succeda o che lui faccia può essere un utile stimolo:
“mentre io mi vesto mi aspetto che tu ti metta le scarpe, ti lavi i denti… è importante fare in fretta altrimenti arriviamo tardi e a noi non piace arrivare tardi”
FACCIAMO VEDERE COME SI PUO’ RIMEDIARE
Ho imparato che nulla deve essere dato per scontato con le persone, figuriamoci con mio figlio che ha quasi 4 anni… Così se decide di non fare qualcosa gli faccio sperimentare le conseguenze della sua scelta e nel caso gli concedo una alternativa per rimediare. Basta pensarci un pò su e qualcosa viene sempre in mente, a seconda dei casi. Tutto serve per imparare e fare esperienza.
DIAMO UNA ALTERNATIVA
Per evitare punizioni dopo i capricci, ripicche e rappresaglie non imporre mai per quanto possibile (lo abbiamo già visto) ma se proprio volete che vostro figlio faccia qualcosa basta renderlo libero e farsi furbi.
Problema: come faccio a fargli mangiare verdura e legumi?
Svolgimento: “Amore oggi preferisci il risotto con la zucca o la frittata di spinaci?”
“Leone la pasta e fagioli la vuoi bianca o con il sugo?”
Può sembrare una barzelletta ma vi assicuro che mio figlio mangia di tutto grazie anche a questo metodo che lo fa sentire libero di scegliere (anche se sono scelte “indirizzate”). E non ci servono punizioni dopo i capricci… perchè i capricci non ci sono più.
Poi però la frittata con gli spinaci, il risotto e la pasta e fagioli gli piacciono davvero…
ESSERE COERENTI (altra regola aurea, vietate le retromarce)
Se c’è una cosa che ho capito è l’importanza della coerenza dei genitori e ne ho già parlato anche qui. I figli disobbedienti, più portati a ricevere punizioni dopo capricci, sono il frutto della incoerenza dei genitori, quelli con la retromarcia ingranata di default. No, l’incoerenza non paga mai nella vita.
Quando si dice una cosa bisogna comportarsi di conseguenza, piuttosto imparare a non dire cose che poi si sa non si possono mantenere.
Imporre una punizione troppo lunga, pesante, inapplicabile è un errore che si può pagare caro perchè a nostro figlio passerà il concetto che le nostre parole non hanno poi un grande valore… Attenzione qui l’allarme è rosso fuoco.
E’ una grande fatica e comportarsi nel modo giusto è difficilissimo ma da quando so che esiste una alternativa alle punizioni anche io ho una scelta: arrivano ma solo qualche volta.
Mamma che figlio… comprensivo