Festa della mamma, poesie e filastrocche
La festa della mamma si avvicina e cosa c’è di più bello di una poesia o una filastrocca recitata dal proprio bambino?
Qualche giorno fa vi avevo consigliato un lavoretto dolcissimo, facile ed economico, adesso passiamo alla seconda parte della sorpresa.
Di poesie sulla mamma ce ne sono veramente tantissime io ne ho scelte tre, più una che adoro (è l’ultima). Le preferisco per i concetti ed i versi che sono semplici e toccanti e dovrebbero riportare noi adulti ad una spontaneità che forse non abbiamo più.
Ma prima voglio raccontarvi una storia. Erano giorni ormai che avevo capito che Leone all’asilo stava preparando il suo lavoretto e imparando la poesia. Forse, a causa del Dna, non riusciamo in nessun modo a fargliela recitare e noi non insistiamo più di tanto. “Mamma sono un pò timidino”, ripete sempre (deve aver sentito il padre dirlo a qualche conoscente per giustificarsi imbarazzato dal fatto che il piccolo non saluta mai). Tra parentesi… dunque così: (sul punto ho seriamente bisogno di aiuto).
Siccome ero davvero molto curiosa di sapere cosa avesse imparato per la festa della mamma, l’ho “braccato” e quando ho intuito che fosse il momento giusto gli ho chiesto della poesia che stava imparando. Lui senza farsi pregare due volte ha iniziato a recitare (raffreddore permettendo), ignaro del fatto che fosse vittima della sua prima intercettazione abusiva, ma fatta a fin di bene e diffusa sulla chat familiare di WhatsApp perchè tanto dal vivo non l’ascolteranno mai.
Se volete, potete sentirla anche voi che siete un pò come la mia “famiglia allargata” (…). La poesia si intitola “La mia regina” e solo dal titolo mi è scesa una lacrimuccia… Devo aggiungere altro?
Allora W la festa della mamma, anzi, W le mamme.
“È LA MIA MAMMA!”
(di Jolanda Restano)
Mi coccola, mi carezza, mi prende in braccio,
mi bacia e mi conforta con il suo abbraccio,
mi ama, mi aiuta, mi vuole bene
a lei confido sempre tutte le mie pene
Scalda il mio cuore come una fiamma:
è la mia mamma!
W LA MAMMA
(da “Le Stagioni” edizioni Leonardo)
Viva la mamma quando al mattino
mi sveglia sempre con un bacino
viva la mamma quando la sera
rende chiara la notte nera.
I brutti sogni sono scacciati
dai suoi abbracci tanto amati.
Viva la mia cara dolce mammina
e per la festa che s’avvicina
il mio regalo è il ritornello
“Viva la mamma che fa il mondo bello”.
COSA DONO ALLA MIA MAMMA
(di Jolanda Restano)
Cosa dono alla mia mamma?
Una torta con la panna?
Un bel mazzolin di fiori
dai magnifici colori?
Una scatola di caramelle
o un vassoio di frittelle?
No! Le donerò il mio cuore
e un abbraccio di vero amore!
UNA MAMMA PERFETTA
C’era una mamma, una madre matrona,
la mano a saetta, la voce che tuona.
Più che un bambino voleva un soldato
Ma poi crebbe un hippie tutto arruffato.
C’era una mamma, un po’ mamma e un po’ chioccia,
di libertà ne lasciava una goccia,
le nacque una bimba paracadutista
adesso è una stuntman professionista.
C’era una mamma vegana e pittrice,
viveva di tofu col figlio, felice.
“quanti bei posti dipingerai?”
Ma invece il suo Adolfo guidò il Terzo Reich.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
C’era una mamma, femminista di razza,
mutande bruciate e tette giù in piazza,
ma ebbe una figlia, un clone di barbie
che va da Intimissimi e spende i miliardi.
C’era una mamma ingessata e ingegnera
sinapsi a quadretti, compita ed austera,
ma il figlio non legge ogni giorno i listini
compila gli oroscopi, descrive destini.
C’era una mamma Bocca di Rosa,
si dice puttana, io dico sciantosa,
il figlio giurò per la castità,
un frate trappista, in povertà.
C’era una mamma, una santa, una suora,
conosce l’amore, ma il piacere lo ignora,
crebbe un bambino, un chierichetto,
fa il pornoattore, un artista del letto.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
Filastrocca della mamma imperfetta.
La mamma perfetta un figlio lo accetta.